Sisifo

Le pubblicazioni di Malebolge si interrompono nella secondo metà degli anni ‘70, e nel 1980 nasce il nuovo periodico del Liceo, Sisifo; il giornale presenta tratti assai diversi dal precedente: non vi è infatti una struttura organizzativa così chiaramente definita, la partecipazione dei redattori è saltuaria e anche le pubblicazioni avvengono a intervalli di tempo meno regolari; la vita del giornale è però assai lunga, prendendo avvio nel 1980 e concludendosi solo poco prima del 2000.

Nel corso dei decenni le tematiche affrontate subiscono profondi cambiamenti: si smarrisce infatti la passione per l’impegno politico, la difesa dei valori antifascisti diviene quasi artificiosa e la riflessione muove da una dimensione sociale e collettiva a un piano individuale, intimistico, in cui a prevalere sono le sofferenze e i tormenti del singolo.

Sfogliando le pagine di Sisifo -nel cui nome non manca un'allusione ai dolori e all'assurdità della vita umana- si ha la sensazione di essere immersi in un'atmosfera di smarrimento della (giovanile) proiezione sociale, un clima in cui -pur non mancando occasioni di riflessione politica e sociale- si è persa la tensione ideale verso i grandi temi del nostro tempo; si ritrovano invece numerose rappresentazioni artistiche, come molti (e pregevoli) componimenti poetici e narrativi.

La tiratura del giornale ondeggiava da un minimo di 250 copie a un massimo di 1000, ed erano gli studenti stessi a curarne la stampa, ricorrendo al medesimo ciclostile usato per la prima edizione di Malebolge (oggi smarritosi).